Quando a livello nutrizionale parliamo di sale nella dieta, in realtà facciamo riferimento al sodio: infatti ogni grammo di sale contiene circa 0,4 g di sodio. È proprio questo micronutriente a dare sapore al cibo, ma anche ad avere degli effetti legati al nostro stato di salute.
Perché gli specialisti in dietetica o i medici consigliano di ridurne il consumo? Innanzitutto perché un suo consumo elevato favorisce l`instaurarsi dell`ipertensione arteriosa, fattore di rischio importante per molte malattie cardiache, dei vasi sanguigni e dei reni oltre che per l`ictus cerebrale. Inoltre un consumo eccessivo di sale può essere associato anche a cancro dello stomaco, a maggiori perdite di calcio attraverso le urine e, di conseguenza, osteoporosi.
Essenzialmente i nostri fabbisogni di sodio sono bassi, circa 0,1 – 0,6 g al giorno (corrispondenti a 0,25 – 1,5 g di sale al giorno, quindi appena la punta di un cucchiaino!). I fabbisogni aumentano solo in determinate circostanze, da valutare caso per caso. Pertanto non ci sarebbe bisogno di salare i nostri piatti, in quanto molti cibi contengono sodio naturalmente e sarebbero già sufficienti a coprire le nostre necessità. Quello che aggiungiamo alla pasta, o per condire l`insalata, è superfluo e potenzialmente dannoso e rappresenta la maggior parte del sodio che assumiamo con la dieta, seguito da prodotti trasformati e/o conservati (tipo patatine in sacchetto, salumi, formaggi, prodotti da forno vari, olive in salamoia ecc) e infine anche alimenti come frutta, verdura, pesce, carne, latte che ne contengono naturalmente, ma in minime quantità. Così facendo molti di noi ne consumano fino a 10 volte in più del necessario.
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